Camminiamo Insieme

– SACRA FAMIGLIA –

Dal Vangelo secondo Matteo

(Mt 2,13-15.19)

I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino».
Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».


Commento
Quanto è decisiva la famiglia nella vita di una persona? Quanto conta la condivisione di emozioni, pensieri, valori nella forma-zione delle giovani generazioni? Spesso molto più di quello che immaginiamo.
La Chiesa ogni anno dedica la domenica successiva al Natale alla Santa Famiglia di Nazaret. Tre persone, Gesù, Giuseppe e Maria, di cui non parlano tutti i Vangeli, ma che sono lo sfondo umano attraverso il quale Gesù crescerà nella consapevolezza della volontà di Dio sulla sua vita.
Una famiglia in cui le regole sono a servizio del bene; in cui l’amore si sfaccetta in gentilezza, rispetto, attenzione, disponi-bilità; in cui si riconosce a Dio il primo posto e a lui ci si affida senza remore e paure.
I pochi episodi familiari narrati dai Vangeli ci dicono che essa non fu preservata da pericoli e difficoltà, da tensioni e frain-tendimenti. Anch’essa ha conosciuto la precarietà, la paura, il dubbio, il dolore. Questo può consolare le nostre famiglie, spesso alla ricerca di un punto di equilibrio tra le esigenze di tutti nella complessità della vita quotidiana.
La Santa Famiglia ci ricorda che il segreto è quello di avere ben chiara la stessa meta, cioè il buono, il bello, il vero. In tutti gi esseri umani c’è l’immagine di Dio, e la famiglia è il primo luogo in cui imparare ad amare, vivendo le differenze come un teso-ro.


PADRI E FIGLI

Ti chiedi perché sei a questo mondo, figlio mio.
Come un bambino sotto l’albero scarti il dono della vita,
e sorpreso lo esplori per sapere com’è fatto dentro.
Lo guardi, lo tocchi, lo gusti. Allora capisci cos’è.
La vita è l’opportunità che tu hai di costruire il nuovo,
di fare la differenza, di lasciare un segno.
Sei qui, con il viso di tuo padre
per essere più avanti di tuo padre;
con la ricchezza della sua esperienza
per andare oltre la sua esperienza;
con il retaggio del suo passato
per liberarlo nel tuo presente.
Sei la possibilità per chi è venuto prima di te
di trovare un senso a sconfitte e tragedie,
se tu farai tesoro dei loro errori e delle loro fatiche,
per vivere ciò che loro non sono riusciti a essere,
e raggiungere quello che loro non hanno potuto raggiungere.
Tu sei la mia speranza, figlio mio.
Tu sei la prova che Dio continua ad avere fiducia in me,
a dirmi che sono cosa molto buona,
e un giorno crescerò ancora attraverso di te.