Domenica 20 ottobre unica S.Messa alle ore 15.00 a Levico per l’accoglienza del nuovo Parroco: Non vengono celebrate le S.Messe delle 10.30 e 18.00 a Levico, né alle 9.00 a Barco e Selva
Qui sotto trovate la lettera che don Giorgio ha voluto scrivere alle comunità.
SALUTO DEL PARROCO don Giorgio Cavagna
Quando anderemo fòra fòra per la Valsugana… così inizia il famoso canto popolare e così succede a me.
Cari parrocchiani di Levico, Barco, Selva e Santa Giuliana eccomi. Un saluto a tutti.
E’ la terza volta che inizio il ministero di parroco in una realtà e so, lo vivo adesso, che c’è un insieme di pensieri, emozioni, preoccupazioni.
Ma ci sono due aspetti che rimangono punti fermi e donano un po’ di pace.
Primo è la fiducia in Dio e la consapevolezza che la Chiesa è Sua quindi noi siamo solo collaboratori: niente di più niente di meno. E’ il Signore che salva il mondo e noi solo siamo chiamati a far emergere questa realtà salvifica già in atto, ma non ancora esplicitata del tutto nei cuori, nelle persone, nelle relazioni e nella storia.
Secondo è la fiducia nella gente. Noi preti non arriviamo con le super intuizioni performanti e skill speciali (=competenze/abilità), tutt’altro. Il prete arriva, trova delle comunità, trova persone che, appassionate, collaborano nel portare avanti la vita della comunità cristiana e semplicemente sale su questo treno che già viaggia e diventa compagno di percorso.
E qui, nei primi contatti, ho percepito che c’è un bel treno che viaggia. Complimenti.
Quindi, con questi punti fermi, si parte.
Ora, lo so, che il parroco è chiamato a pascere, per dirla in gergo, quindi non si può limitare a salire in carrozze e vada come vada… ma deve, pian piano, custodire la composizione del treno e far apprezzare l’itinerario del viaggio. Cari parrocchiani, per come la percepisco io, un parroco deve andar su e giù sul treno: un momento in testa, un momento a metà, un momento in coda al treno. E sul treno, su ogni carrozza, collaborare con le persone per migliorare il viaggio. Ricordando però che il DCO (=Dirigente Centrale Operativo) è il Signore, è Lui che instrada il treno e lo custodisce fino alla meta.
Scusate le immagini ferroviarie; forse rendono l’idea; ma da piccolo volevo fare il ferroviere e quindi è una realtà che sempre mi emoziona.
Vi è poi, e perdonatemi l’ultima immagine ferroviaria, la corrente elettrica (so che adesso si parla di elettrificazione della linea della Valsugana) che da energia a tutto il treno. Ecco, la corrente elettrica può rappresentare lo Spirito Santo che tutto accompagna, che tutto alimenta, che tutto porta a compimento. Confido e confidiamo nello Spirito Santo in questa nuova tratta del viaggio della vita.
Concludo richiamando un aspetto importante: il perimetro della parrocchia è un perimetro poroso che si interconnette con la comunità civile che vive sul territorio. Da parte mia ho certamente il desiderio di collaborare con le realtà civili e associative, rispettando i propri ambiti e priorità, ma intuendo che alcuni aspetti che ai cristiani stanno a cuore stanno certamente a cuore anche alla comunità civile tutta.
Infine ringrazio il mio predecessore don Ernesto, Teresa, don Emilio, i Sacerdoti qui residenti e i comitati parrocchiali che hanno favorito l’avvicendamento con gentilezza presentandomi le comunità e la canonica dove dormo. Ai comitati, ai sacerdoti e a tutti i gruppi e organismi che da oggi conoscerò ufficialmente chiedo la pazienza di accompagnarmi: drio la strada se endriza la soma (=lungo il cammino le situazioni si chiariscono)!
Ora riprende il viaggio. Tutti in carrozza… (chi vuole ovviamente, perché c’è sempre la libertà. Ma quando ci si fermerà in qualche stazione due parole si fanno volentieri anche con chi in carrozza non sale.)
Grazie, don Giorgio Cavagna