Qualche informazione su san Sisto II, Papa e martire
Purtroppo non sappiamo molto di lui.
Il Liber Pontificalis, un testo molto antico che racconta la storia dei papi, lo definisce greco e filosofo. Ma della prima notizia non c’è nessun’altra conferma, mentre della seconda c’è la certezza che dipenda dal fatto che gli scritti del filosofo Sesto sono stati diffusi sotto il suo nome. Sempre dal Liber Pontificalis sappiamo che fu eletto papa il 30 agosto 257, 28 giorni dopo la morte (martire) del papa precedente, che si chiamava Stefano I.
La Vita di Cipriano scritta da Ponzio poco dopo la morte del vescovo di Cartagine Cipriano (avvenuta nel settembre del 258) ci dà l’unica notizia che abbiamo sul carattere del vescovo di Roma: «Già da Roma era venuta la notizia di Sisto, buono e pacifico vescovo e per questo beatissimo martire».
È Cipriano stesso invece, nell’Epistola 80, a informarci sulla morte di Sisto e dei compagni. Si tratta di una lettera sicuramente autentica, scritta dal vescovo di Cartagine al vescovo africano Successo nel quale dice che alcuni suoi delegati erano tornati da Roma e gli avevano riferito le disposizioni emanate dall’imperatore Valeriano per perseguitare i cristiani.
Ti comunico ora le notizie in mio possesso. Sono ritornati i messi che io avevo spedito a Roma perché appurassero e riferissero la decisione presa dalle autorità a mio riguardo (…)
L’ imperatore Valeriano ha spedito al Senato il suo rescritto, con il quale ha deciso che vescovi, sacerdoti e diaconi siano subito messi a morte. (…)
Vi comunico che Sisto ha subito il martirio con quattro diaconi il 6 di agosto, mentre si trovava nella zona del “Cimitero”.
Da Cipriano sappiamo quindi la data del martirio: octavo iduum augustarum, 8 giorni prima delle idi di agosto (che sono il 13), cioè il 6 agosto. Sappiamo anche il luogo: il cimitero. Si tratta del cimitero di san Callisto, sulla Via Appia. Era stato costruito da papa Zeffirino all’inizio del III secolo e affidato a Callisto, che fu poi successore di Zeffirino. Qui erano sepolti molti cristiani e anche dei martiri, per questo Sisto e i suoi diaconi si erano recati lì, probabilmente per celebrare la Messa. Lì sono stati raggiunti dalle autorità imperiali, che avevano vietato la frequentazione dei cimiteri, e lì uccisi. Con Sisto c’erano 6 diaconi, ma solo 4 sono stati sepolti assieme a lui a san Callisto e allora di questi parla Cipriano nella sua lettera. Ce n’era un settimo, il diacono Lorenzo. Era il “tesoriere”, probabilmente per questo è stato risparmiato. Vuole la tradizione però che quando gli fu imposto di consegnare i tesori della chiesa, fece radunare i poveri della città che lui sfamava e disse: ecco i tesori della chiesa. Conseguenza: qualche giorno dopo, il 10 agosto, fu condannato al supplizio della graticola, e divenne uno dei santi più venerati dalla comunità di Roma fino ad adesso.
Nelle catacombe di san Callisto furono sepolti (o portati i resti) di altri papi e furono radunati in una cella sotterranea chiamata per questo “piccolo Vaticano”. Lì un secolo dopo circa papa Damaso fece mettere alcune famose epigrafi in versi per cantare la grandezza dei martiri. Bella quella dedicata a Sisto:
Nel tempo che la spada lacerava le viscere della buona madre,
qui stavo io vescovo a insegnare i precetti celesti.
Sopravvengon d’un tratto e mi arrestano così come stavo a sedere;
agli sgherri inviati i fedeli porsero allora il collo.
Subito il vecchio conobbe chi volesse rapirgli
la palma e fece prima a offrire sé e la sua testa,
affinché l’impaziente ferocia non potesse far male a nessuno.
Cristo, nel rendergli in premio la vita, dimostra
il merito del pastore, Lui custodisce i capi del gregge.
Dunque Sisto, secondo l’informazione dei questa epigrafe, fu decapitato, mentre insegnava o celebrava, primo fra i suoi.
Il suo pontificato fu molto breve, ma la sua memoria grande, al punto che si diffuse da Roma anche in altre zone dell’impero, come testimonia la devozione presente nel nostro paese di Caldonazzo.