Domenica 23 giugno la Parrocchia di San Sisto ha celebrato la santa Messa in località Pineta, poco dopo il “Crocefisso” sul primo tornante della strada di Valcarretta, ricordando sant’Antonio. E’ una ricorrenza forse da molti dimenticata, ma che il Gruppo Amici del monte Cimone da molti anni si premura di ricordare.
La Festa risale al 1874, quando fu inaugurata la nuova strada che collegava Caldonazzo con Lavarone: la Valsugana, il Trentino, l’Austria con Lavarone, e attraverso Lavarone con la Valdastico, l’altipiano di Asiago, l’Italia. Tale collegamento era molto importante, anche perché sino al 1730, quando inizia a diffondersi la devozione alla Madonna a Montagnaga di Pinè, il santuario di Brancafora nel comune di Pedemonte era la meta di numerosi pellegrinaggi del Trentino meridionale. Non esisteva infatti la Kaiserjagerstrasse (oggi S.P. 133 per Monterovere) costruita nel primo decennio del 1900 e neppure la strada statale della Fricca, inaugurata nel 1912.
A metà circa del percorso poco dopo “la Stanga”, dove si doveva pagare il pedaggio per persone, animali e quintale di merce trasportata, le due Parrocchie di Caldonazzo e Lavarone decisero di ringraziare sant’Antonio dedicandogli una cappella (la p.ed. 588 cc Caldonazzo di mq 30) dove sino alla fine degli anni ottanta del secolo scorso veniva celebrata la santa Messa nella domenica successiva il 13 giugno, alla presenza di fedeli di entrambi i comuni.
A seguito di frane e smottamenti, la strada divenne non più percorribile e il sentiero pedonale pericoloso, pertanto nel 1989 il Gruppo Amici del monte Cimone decise di costruire un nuovo sacello più a valle, in località Giaron di Valcarretta, sempre dedicato a sant’Antonio e dove sino al 2018 si è fatta memoria di tale ricorrenza.
Quest’anno, a seguito del tornado Vaia del 28 ottobre 2018 che ha reso impraticabile e pericoloso raggiungere anche il nuovo sacello, nel trentesimo della sua costruzione la festa in onore di sant’Antonio è stata celebrata domenica 23 giugno, come più sopra ricordato in località Pineta.
La santa messa presieduta dal parroco don Emilio e accompagnata dal Corpo bandistico è stata molto partecipata e la festa, grazie all’impegno della rinnovata Direzione del Gruppo Amici del monte Cimone, è stata piacevole e interessante per tutti. Sono state ricordate le persone che hanno lavorato nel 1989 alla realizzazione del sacello, molte di loro erano presenti o se defunte erano rappresentate da loro familiari, ed è stata esposta in bella evidenza la statua di sant’Antonio, dono di Bruno Lunz al Gruppo nel 1994. Essa rappresenta sant’Antonio Casamenteiro, che significa colui che aiuta ad accasarsi, come è venerato in Portogallo, dove nacque, e in Sud America. A tale proposito i frati francescani il 22 giugno hanno promosso nel chiostro della basilica a Padova una giornata dedicata agli scapoli e alle nubili, alla quale erano attese prima 200 persone, poi 400 e alla fine hanno partecipato in oltre 600 (come scrive il giornale Avvenire del 23 giugno) chiedendo a sant’Antonio la grazia di trovare l’anima gemella.
Sant’Antonio da Padova è il santo più venerato al mondo e da noi è invocato soprattutto per chiedergli la grazia di trovare qualcosa che abbiamo perduto. Don Emilio nel suo intervento lo ha pregato perché ci aiuti a trovare la fede che molti di noi purtroppo hanno perduto.