Il Signore, nella storia della salvezza, ha salvato un popolo. Non esiste piena identità senza appartenenza a un popolo. Perciò nessuno si salva da solo, come individuo isolato, ma Dio ci attrae tenendo conto della complessa trama di relazioni interpersonali che si stabiliscono nella comunità umana: Dio ha voluto entrare in una dinamica popolare, nella dinamica di un popolo.
Queste parole che papa Francesco scrive nella sua Esortazione Apostolica Gaudete et Exsultate mi piacciono molto, perché mi fanno sentire quanto sia bella e vera l’appartenenza a un territorio, a un popolo, a una trama di relazioni. Quell’appartenenza che non ti separa dagli altri, non ti fa dividere il mondo in categorie, ma ti aiuta a costruire quell’identità necessaria per dialogare, per prendersi cura, per assumere responsabilità; quell’appartenenza attraverso cui passa anche la nostra chiamata cristiana alla “santità”.
In questo giorno di san Vigilio, patrono della Città di Trento ma anche di tutta la Diocesi, sento molto forte la gioia di “appartenere” e la ricchezza di una “rete di relazioni”. È una rete che va verso il passato, quello remoto dei nostri “padri” nella fede, come san Vigilio, o san Sisto, e quello “prossimo” della mia vita “caldonazzese”, con le tante esperienze e volti a cui sono grata e affezionata. Sono queste radici che ci permettono di crescere e di dare frutti, e di far crescere quel mondo migliore, di pace e di giustizia, che Dio desidera per noi.
Assicuro il mio pensiero e la mia preghiera a tutti i “miei” parrocchiani caldonazzesi: la bellezza della nostra terra e della nostra storia ci apra gli occhi alle meraviglie che Dio compie per noi e ci renda persone grate, con il cuore pieno di speranza e di impegno per il futuro.
suor Chiara Curzel
Trento, 26 giugno 2019