
Ia DOMENICA DI AVVENTO
VANGELO (Mc; 13, 32-37)
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
Commento
«Fai attenzione!». Quante volte ce lo siamo sentiti dire, da genitori, moglie o marito, amici, o persino dai propri figli. Magari abbiamo reagito con supponenza o con fastidio. «Ma, certo! Sono mica matto». Dietro a quella battuta, tuttavia, c’era l’affetto di una persona che teneva a noi, per cui eravamo importanti.
Gesù ama i suoi discepoli, vuole per loro una vita limpida e lumi-nosa. Per questo li esorta a essere svegli, attenti, appassionati.
Il tempo è un dono che abbiamo tra le mani. Non è infinito o scontato. Sappiamo accoglierlo con gioia e riconoscenza? Sappiamo riempirlo di ciò che è buono e bello, dell’intensità degli affetti, della fantasia dei pensieri, delle scelte che ci rendono persone grandi in dignità?
Oppure permettiamo che sia inquinato da stress e preoccupazioni inutili, rancori e ripicche, depressioni e rimpianti?
In questo breve periodo che ci separa dal Natale riscopriamo la bellezza della nostra vita: luci, suoni, profumi e colori… sentimenti, energie, conoscenze. Sì, anche fatiche e incomprensioni, che ci costringono a crescere davanti ai limiti della realtà. Ringraziamo Dio per le opportunità che ci offre e non dimentichiamo che abbiamo un appuntamento con l’amore più intenso e infinito, grazie a un Salvatore che è già venuto, viene e verrà.
IL DONO DEL TEMPO
Grazie o Dio, per questa vita.
Grazie per ogni attimo che scorre.
Quello in cui mi accorgo dei suoi doni,
li riconosco, li ammiro e li apprezzo.
E quello in cui li svaluto,
li rifiuto, li spreco, li bestemmio.
Tu non ti spaventi, condanni o punisci,
ma continui a offrirmeli, uno dopo l’altro,
incessantemente e sorprendentemente,
perché non c’è mai nulla di uguale
nelle poliedriche opportunità del tempo,
nelle molteplici possibilità d’incontro,
nella fantasia che hai messo
creando ciò che è
e affidandolo alle mani umane.
Ogni cosa mi parla della tua amorevole sapienza:
ogni suono o silenzio, ogni movimento o quiete,
ogni emozione o pensiero, ogni sforzo o sollievo,
mi riempie di gusto e bellezza il percorso.
La tua Parola mi ricorda
la giusta direzione e la meta:
attendere da sveglio
l’amore del promesso sposo,
imparando ad amare
così come ha fatto, fa e farà sempre Lui.