Perché le chiese delle nostre parrocchie rimangono chiuse

Negli ultimi giorni di aprile è arrivato il decreto dell’Arcivescovo Lauro Tisi sulla possibile “Apertura delle chiese”, che in realtà è anzitutto un appello ai parroci per valutare se le prescrizioni dettate dalle competenti autorità potevano realmente essere messe in atto a difesa della salute di tutti.

Il Comitato interparrocchiale delle comunità guidate da don Emilio si è quindi interrogato per prendere in considerazione questa possibilità in seguito anche a qualche richiesta di parrocchiani in merito.

Nella valutazione della scelta da compiere sono stati analizzati diversi aspetti:

  • anzitutto la necessità di salvaguardare la salute di tutti come primo vero indice di rispetto e di amore;
  • che nelle chiese non si possono ancora svolgere momenti di preghiera o celebrazioni comunitarie e che per la preghiera personale un angolo tranquillo della casa con magari una piccola immagine sacra possa essere per il momento una valida alternativa;
  • la pericolosità del virus è ancora molto alta;
  • anche le chiese di Levico e di altri paesi nel nostro vicinato rimangono chiuse, quindi la chiusura della nostra chiesa può essere anche vista come un senso di condivisione con le comunità vicine.

E’ un desiderio comune e fortissimo quello di poter tornare a celebrare e cantare insieme la Santa Messa e le altre celebrazioni che spesso ci hanno visti uniti nella preghiera ma, per gli aspetti sopra descritti, è stato per ora deciso di non aprire le nostre chiese.

Ringraziamo di cuore i volontari che si sono resi disponibili per verificare che tutte le attenzioni necessarie per una possibile riapertura vengano messe in pratica, e auspichiamo un loro aiuto in un prossimo futuro, magari garantendo loro un minimo di formazione necessaria per un servizio così importante.

Anche se non è la stessa cosa che pregare in una chiesa, una proposta potrebbe essere in questi giorni di maggio, mese dedicato a Maria, quella di fermarsi durante le nostre passeggiate davanti ad uno dei tanti capitelli o edicole presenti nel nostro paese per una preghiera alternativa a quella che potremmo fare a casa, con la massima attenzione ovviamente ad evitare di trovarsi in più persone vicine in uno stesso luogo.

Un cordiale saluto a tutti,

Don Emilio
con il comitato interparrocchiale
di Caldonazzo, Calceranica, Tenna e Centa